mercoledì 20 dicembre 2017

L'Inquisizione in Italia. Gli ambigui rapporti con gli ebrei

L'INQUISIZIONE IN ITALIA 

Gli ambigui rapporti con gli ebrei



L'altra grande religione monoteistica del bacino mediterraneo era l'ebraismo. Gli ebrei non avevano un proprio Stato e vivevano sparsi discretamente numerosi in Medioriente, Egitto, Africa del Nord, Spagna, Francia meridionale, Italia e Grecia. In queste aree gli scambi con i vicini cristiani erano continui. Per secoli si ebbero in genere buoni rapporti soprattutto nei campi dell'alta cultura e degli affari. Ci furono eccezionalmente dei singoli cristiani che passarono all'ebraismo e anche alcune conversioni collettive tra i Khazari e le tribù berbere dell'Africa settentrionale, ma più spesso accadeva che fossero gli ebrei a farsi battezzare. Una parziale aggregazione degli ebrei cominciò soltanto nel secolo XI in seguito alla crescente ostilità cristiana per motivi soprattutto religiosi: i cristiani, sollecitavano alla conversione il popolo che - nella credenza comune - non aveva riconosciuto Gesù Cristo come messia e lo aveva messo a morte. La coesistenza, tra le due fedi e una certa fluidità dell'appartenenza religiosa mutarono dunque, in modo analogo a quanto accadde nei rapporti tra cristiani e musulmani, al tempo delle prime crociate. Gli ebrei diventarono i capri espiatori delle tensioni in atto e delle paure conseguenti, soprattutto nella regione del Reno, dove nel 1096 ci furono i pogrom, con saccheggi e massacri, poi in Francia, dove vennero uccisi tra i 2.500 e i 3.000 ebrei dai soldati in partenza per la sesta crociata e in Inghilterra. 

Le disposizioni papali

In seguito a questo mutamento di fondo i papi stabilirono in modo formale le regole di comportamento dei cristiani nei confronti degli ebrei: con la bolla Sicut Iudaeis, pubblicata per la prima volta da Callisto II (1119-1124) e ripresa con poche varianti da successori, tanto da essere chiamata comunemente Consitutio pro Iudaeis, si stabiliva che gli ebrei, con i loro usi religiosi e culturali, dovevano essere tollerati secondo gli antichi privilegi pontifici e non potevano essere costretti al battesimo o uccisi o derubati. La funzione protettrice della bolla venne però controbilanciata dalle disposizioni del concilio Lateranense III (1179), che imponevano per la prima volta agli ebrei la proibizione di possedere schiavi, servi e balie cristiani e di erigere nuove sinagoghe. Con le decisioni del consiglio Lateranense III (1179), gli ebrei furono trasformati in <<perpetui schiavi>> dei cristiani: dovevano indossare abiti diversi o un segno per essere immediatamente identificabili, dovevano rimanere in casa durante gli ultimi tre giorni della settimana santa e non poterono ricoprire incarichi negli uffici pubblici. Gli ebrei convertiti inoltre erano sottoposti a controlli perchè si sospettava che continuassero a seguire segretamente l'antica fede. 

Lo stereotipo negativo dell'ebreo

L'ambiguità dell'atteggiamento verso gli ebrei oscillava tra queste due linee contemporaneamente presenti e in parte contraddittorie: rispetto per una religione monoteista che era stata all'origine del cristianesimo e tentativo di ridurre gli ebrei con forti pressioni all'unica vera religione, quella dei cristiani. In questo periodo si cominciò a cristallizzare lo stereotipo negativo dell'ebreo perfido, immondo, infido, traditore, strumento del diavolo per la rovina dei cristiani. L'accusa di omicidio rituale, secondo la quale gli ebrei avrebbero sgozzato bambini cristiani per impastare con il loro sangue il pane azzimo o per scopi magico-medicinali, furono fatte proprie da documenti pontifici. 

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