LA TORTURA
LA DONNA, IL CORPO, LA STREGA
Tridentino e post tridentino
Teresa d'Avila
Caterina da Siena
Veronica Giuliani
Dopo il Concilio di Trento le posizioni ecclesiastiche diventano più rigorose: si apre la grande stagione della caccia alle streghe. Il controllo delle istituzioni ecclesiastiche sulla vita privata diviene decisamente invadente. Il dibattito teologico che s'incentra sul problema dei sacerdoti sposati o concubinari o comunque responsabili di mogli e figli, produce una corrente di pensiero vicina alle tesi luterane e una maggiore chiusura da parte del partito dei celibatari.
Lutero, monaco agostiniano, non abbandona il nucleo del pensiero morale agostiniano, ma accentua il danno del peccato originale sugli uomini. Lutero indica nell'atto sessuale compiuto a motivo di concupiscenza un grave peccato: nel De votis monasticis egli sostiene che l'atto sessuale <<è un peccato, che non si distingue in nulla dall'adulterio e dalla fornicazione per quanto riguarda la passione dei sensi e il sordido piacere. Ma Dio non li mette assolutamente in conto ai coniugi, perché sarebbe impossibile per noi evitarli, benché da parrte nostra si sia tenuti a rinunciarvi>>.
La positività del pensiero luterano in fatto di giustificazione per la sola fede ha prodotto nella morale sessuale un livellamento tra peccati veniali e mortali. Al singolo che pecca, venialmente o mortalmente, si sostituisce il concetto di peccatore in generale.
Il Rinascimento, aveva portato il corpo come prodotto nobile di un dio d'amore alle glorie dell'arte, Michelangelo aveva potuto affrescare la Sistina, introducendo il concetto dell'opulenza dei corpi nudi come lode al Signore. La bellezza fisica era solo quindi un riflesso della bellezza divina. Il corpo ritrovava la sua dignità, dopo il periodo di oscurantismo medievale e la morale imposta dal monachesimo.
Il periodo post tridentino, oltre a proibire balli, feste, canti, carnevali, usanze paganeggianti, aveva chiuso in ferree e minuziose regole la morale e il costume. Alfonso dè Liguori, prevede l'atto sessuale unicamente a fini procreativi, e si schiera apertamente contro quelle <<tenerezze>> che possono far <<raggiungere la soddisfazione>> all'uomo, con la perdita dello sperma.
Si accende in questo periodo il dibattito sulla contraccezione, e in particolare sui coitus interruptus.
La delepatio carnis è un peccato. Si è perduto in mdo quasi definitivo il contatto con il proprio corpo. La donna resta un agente di Satana, un essere sessualmente insaziabile, un pericolo, una strega, da eliminare, quando possibile anche fisicamente.
Si assiste alla comparsa ddi due fenomeni la desessualizzazione di Maria, la cui verginità è sostenuta nelle più diverse devozioni e all'aumento delle monache estatiche e di donne che hanno frequenti visioni, al limite tra il divono e il demoniaco.
La principale caratteristica di queste mistiche è una sorta di purgatio continua: il bene dell'anima si ottiene con l'estromissione del difetto della propria natura femminile. La devozione, devotio da devolvere se come offerta di tipo sacrificale è creuente, ed è un mezzo per la liberazione delle tensioni egoistiche, fino a diventare il fine della vita spirituale.
Nel corso della storia della Chiesa possiamo trovare una linea medievale all'interno della quale l'autoflagellazione e la mortificazione del corpo come pubblica penitenza sono considerati mezzi privilegiati di imitazione di Cristo. La mortificazione del corpo è il contrario dell'istinto naturale, così come l'umanità; il cristianesimo della rinuncia è una flagellazione di tipo psicologico, atitetica ai desideri mondani. La tendenza mistica di questo periodo è perciò ascetica e catartica. Possiamo poi ipotizzare un filone nel quale l'aspetto propositivo - impositivo è preminente. E' questo un atteggiamento di tipo attivo, nel quale, liberatosi degli istinti, il mistico si propone l'imitazione attiva di Cristo, rivivendone la passione. La mortificazione assume quindi un significato di imitazione, non di liberazione.
Un terzi filone di mistica, comprende quelle manifestazioni nelle quali è privilegiato il ricevere, l'essere posseduti. Questo aspetto riguarda il periodo che ci innteressa: Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Caterina da Siena, Maria Maddalena dé Pazzi, fino a Veronica Giuliani e Caterina Vinini, vivono misticamente un'esistenza unitiva, sono oggetto di afflizioni involontarie, ricevono piaghe, dolori, stigmate che sono subite, non volute.
L'aspetto fisico comporta battitura del demonio, flagellazioni, incoronazioni di spine trefittura fisica del cuore mentre l'aspetto spirituale riguarda le <<notti oscure>>, durante le quali il mistico non sente più il conforto della fede, è preda della solitudine ed è convinto di essere stato abbandonato da Cristo.
Nel clima tridentino con l'enfatizzazone barocca si verifica un ulteriore cambiamento: il fine della imitazione di Cristo diventa un canone da realizzare, anche se non vi sono decreti che lo stabiliscano e regolamentino. Il tridentino dà dedi princìpi, dogmatizza la verità di fede dei santi, quindi l'ansia di santità dei mistici diviene ossia di contrapporsi alle <<verità>> del protestantesimo.
La Chiesa decreta nel concilio la virtù eroica di qualcuno, i santi, ecco perché la chiesa tridentina insiste sulle opere e sugli esercizi spirituali. E' questo il periodo in cui fioriscono manuali di devozione che codificano l'ascesi, indicano la strada mistica da percorrere sulla via di una possibile santificazione. E' in questo contesto che il corpo, diviene importante come luogo intorno al quale, misticamente, si focalizza la contrapposizione delle dottrine cattolica e protestante.
Le pratiche di mortificazione alle quali si sottopongono le mistiche a noi oggi appaiono aberranti, ma non così erano considerate dai confessori, che anzi, le stimavano e caldeggiavano.
Veronica Giuliani nel suo Diario: <<Ho fatto sette volte le battiture del Signore per i peccatori, e in penitenza di tutti i gusti e soddisfazioni e soddisfazioni che mi son presa nel proprio dormire e comodità propria. Queste cose intendevo che fossero la culla del Santo bambino; e, per adornarla con fiori e gemme, ogni dì visitavo il SS.mo e facevo tre atti di carità, tre di mortificazione e tre di negazione del proprio volere.
<<Per materasso ho fatto cinque volte l'esercizio delle spine, e cinque visite al Santissimo, per tutti quelli che non lo adorano e in soddisfazione di tutti i mancamenti da me fatti in chiesa.
<<Per guanciale, ho fatto tre discipline a sangue, tre volte ho fatto la via Crucis per tutti quelli che non fan conto del patire, e in penitenza di tutte le volte che ho fuggito il patire.
<<Per lenzuoli ho fatto cinque volete le battiture, ho applicato cinque digiuni, e ogni dì ho cercato di fare atti di contrizione e di amore.
<<Per coperta ho fatto il viaggio della croce, la notte, per tutto l'orto, e l'esercizio della catena, e ho raccomandato tutti quelli che stanno nelle tenebre del peccato. E, in soddisfazione di tutto il tempo che sono stata tciturna circa le colpe passate, a questo fine ho fatto la disciplina quando a sangue oppure ordinaria, ogni giorno.
<<Per le ludere ho fatto l'esercizio delle spine, cinque volte, il viaggio della croce, tre volte, e ho detto cinque corone del Signore con questo versetto "Ave degnissime Jesu Salvator Mundi: miserere nobis". E questo ho applicato per tutti i bestemmiatori, e in soddisfazione di tutte le volte che ho nominato il nome di Dio invano.
<<Per le fasce ho fatto ogni dì la rinnovazione dei voti, e di tutte le mie proteste, con visitare più volte il Santissimo, e fare atti frequenti di virtù. E tutto ciò l'ho applicato in soddisfazione di tutte le volte che sono stata nel mio proprio volere, e anche l'ho apllicato per tutti gli ostinati peccatori; e a questo fine ogni dì ho fatto qualche penitenza.
<<Per il mantelluccio ho salutato tutte le membra del Signore, e ho applicato sette discipline a sangue per tutte le ingratitudini usate verso S.D.M., e ho raccomandato tutti gli infedeli.
<<Per la camicia ho fatto l'esercizio della catena, ho portato trentatré ore di cilizio, ed ho tenuto il silenzio più che ho potuto.
<<Per il vestito ho fatto frequenti atti di abnegazione, e ho fatto trentatré comunioni spirituali, e anco ho fatto, più volte, le battiture con le spine; e tutto ciò 'ho applicato per tutte le anime pusillanimi e pigre al servizio di Dio, in primo luogo ci mettevo me stessa.
<<Per il fornimentoo di detto vestito ho fatto atti di carità, di disprezzo di me stessa e di umiltà; ho visitato il Santissimo e ho fatto più volte la Via Crucis di notte. E questo l'ho applicato in soddisfazione di tutte le vanità che ho fatto, in tempo di vita mia, e anche in soddisfazione di tutti i gusti e i piaceri che si prendono i mondani.
<<Per le scarpe, sono andata girando tutto l'orto quando vi era laa neve e il ghiaccio, e anco, delle volte, mentre pioveva. E questo l'ho applicato in penitenza di tutte le vanità che ho fatto io, e in soddisfazione di tutte le volte che ho fuggito l'occasione di fare quache carità.
<<Per i calzetti ho fatto più sorte di mortificazioni: in particolare con la lingua, ho fatto trentatré croci, e ho preggato per tutti gli infedeli.
<<Per il mazzetto da tenere in mano, per i coralli e collana d'oro e altri ornamenti, ho applicato tutto quello che facevo alla giornata>>.
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