L'EUROPA DEI COMUNI, DEI PRINCIPATI, DELLE SIGNORIE
La frammentazione politica dell'Europa
L'unificazione territoriale e dinastica di Francia, Inghilterra e Spagna appare tanto più significativa qualora si pensi che il resto dell'Europa si affacciava all'età moderna in condizioni di frammentazione: non a caso, aree quali l'Italia, la Germania, la Polonia avrebbero perso terreno, rappresentando nei secoli successivi il campo di battaglia per l'egemonia continentale contesa tra gli Stati nazionali più forti. Certo, realtà statuali relativamente piccole, ma economicamente e politicamente molto salde, come la Repubblica di Venezia e lo Stato pontificio, furono in grado di influenzare le politiche internazionali, contribuendo, insieme con l'Austria asburgica, ad arrestare la nuova ondata conquistatrice dei Turchi ottomani. Ma, avrebbero dovuto accontentarsi di un ruolo di comprimarie, anche a causa dello spostamento del baricentro delle politiche internazionali dal Mediterraneo all'Atlantico, in seguito alla scoperta dell'America. Nei secoli successivi le più lente tartarughe, rappresentate dai nascenti stati nazionali, avrebbero superato quelle che nel Medioevo erano parse lepri irraggiungibili, ossia le piccole città-stato italiane.
L'arretratezza politica dell'Italia
La penisola italiana, rimasta estranea ai processi di unificazione territoriale e di costruzione di Stati nazionali, se si esclude il regno di Napoli, fu governata da istituzioni politiche che non erano più all'altezza dei tempi. Esemplare il caso dell'Italia dei Comuni, un tempo floridi centri economici ormai incapaci di competere con sistemi più moderni e di reggere alla pressione espansiva delle monarchie europee. Mentre i comuni tramontavano, alcune singole famiglie si assicuravano il controllo del governo cittadino inaugurando gli istituti politici della Signoria e del Principato: i Torriani e poi i Visconti a Milano, gli Scaligeri a Verona, i Medici a Firenze. Inoltre, le città minori furono assoggettate da quelle più potenti che tendevano alla creazione di Stati regionali.
Simbolo dei Visconti
Arche Scaligere
La crisi, la peste e il rafforzamento delle Signorie
La peste del 1348 e le conseguenti crisi demografica ed economica provocarono nelle città violente rivolte popolari, come quella dei Ciompi a Firenze (1378). Si rafforzarono ulteriormente le Signorie, anche attraverso l'affermazione militare su territori sempre più vasti. I Visconti di Milano controllavano buona parte della pianura Padana, contrasti a est da Venezia, mentre estendevano la loro influenza anche versi l'Italia centrale. Si tratta dell'evoluzione di una Signoria che, nata su base regionale e dinastica, si impone all'interno del mondo comunale. Un'esperienza opposta a quella vissuta dall'altra grande Signoria italiana, i medici a Firenze, che giunge sulla scena politica con un secolo di ritardo rispetto ai Visconti e solo dopo che il regime oligarchico - repubblicano del Comune si esaurisce tra violenze e instabilità.
La frammentazione dell'Italia nordoccidentale
Nell'Italia nordoccidentale la frammentazione politica era molto elevata. I marchesati di Saluzzo e Monferrato erano governati da un ramo della famiglia dei Paleologi, l'ultima dinastia imperiale di Bisanzio. Nel Piemonte i Savoia erano titolari da un insieme di domini franco - italiani che avevano il punto focale nei territori transalpini. La repubblica aristocratica di Genova, oscillava tra l'influenza di Milano e quella di Francia. Nel centro della penisola si consolidò nella seconda metà del se. XIII lo Stati della Chiesa, che si estese fino al Ducato di Spoleto, alla marca d'Ancona e alla Romagna, assumendo la configurazione territoriale che si sarebbe mantenuta fino al 1860.
Un Quattrocento di guerre
Nella situazione italiana si delineò un sistema di Stati regolato dal meccanismo del bilanciamento dei poteri, per cui le alleanze, le guerre, le strategie matrimoniali risultavano finalizzate a bloccare ogni ipotesi di preponderanza di un singolo dominio. Il prezzo pagato era la vulnerabilità del sistema complessivo, esposto ai contraccolpi di guerre e di cambiamenti dinastici spesso generati al di fuori degli spazi italiani. Un punto di equilibrio fu trovato alla pace di Lodi nel 1454 che metteva fine alla guerra per lan successione al Ducato di Milano fra Francesco Sforza, Firenze, Genova e Mantova, da una parte, Venezia, Napoli, Savoia e Monferrato, dall'altra. Lo Sforza era riconosciuto duca di Milano; Bergamo e Brescia ritornato a Venezia. L'equilibrio signorile rese tuttavia impossibile una comune azione verso forze che maturavano fuori d'Italia, in primo luogo la casa d'Aragona, già insediatosi a Napoli sin dal 1442, e la Francia dei Valois.
Lorenzo dè Medici e Ludovico il Moro
Di fronte a una situazione di precarietà si coglie il significato dell'opera di singoli protagonisti della politica, come Lorenzo dè Medici a Firenze o Ludovico il Moro a Milano, i quali svolsero un'azione di ampia portata che travalicava i confini dei loro Stati, ma non ne poterono ricavare i frutti proprio a causa della differenza di peso politico, militare ed economico che distanziava i loro domini dai grandi sistemi monarchici. Alla morte di Lorenzo (avvenuta nel 1492) l'equilibrio italiano si spezzò per la pressione della politica francese, che portò alla calata in Italia nel 1494 dell'esercito del re Carlo VIII, un evento, questo, che inaugurava la funesta stagione delle <<guerre d'Italia>> combattute tra Spagnoli, Francesi, imperiali che si sarebbe conclusa nel 1559.
Lorenzo dè Medici
Ludovico il Moro
L'intervento straniero e le <<guerre d'Italia>>
Il sistema italiano era parte di un più ampio sistema europeo di Stati, con cui si misuravano tre principali realtà, la Francia, la Castiglia - Aragona, l'impero, senza peraltro dimenticare la presenza dell'impero ottomano che mostrò una solidità istituzionale che non avevano le monarchie cristiane e la utilizzò per imporre un'espansione lenta ma continua, nel corso del sec. XV, travolgente e rapida, nel sec. XVI, sotto il regno di Selim I.
A est l'Europa cominciava a vedere la nascita di un nuovo Stato nazionale e monarchico, dai tratti asiatici più che occidentali, quale era la Russia. Cresciuta intorno al Ducato moscovita sotto l'azione politica di Aleksandr Nevskij, signore di Mosca, essa avrebbe ripreso a contare, con Ivan III (1462-1505), che incorporò le province di Rjazan', Novgorod e Tver' e s'intitolò <<signore di tutte le Russie>>.
Ivan III
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