venerdì 19 febbraio 2016

L'Inquisizione in Italia. Introduzione

 CRITERI E PROSPETTIVE PER UNA NUOVA STORIA DELL'INQUISIZIONE

Il 13 febbraio 1278, nell'arena di Verona ci fu uno spettacolo importante: le fiamme dei roghi divorarono un numero imponente di eretici, forse 200, il più alto in assoluto di tutta la storia italiana. Erano catari, erano stati presi qualche mese prima a Sirmione sul lago di Garda, dal vescovo domenicano ed ex inquisitore fra Timidio, dai signori Pinamonte Bonacolsi e Alberto della Scala e dall'Inquisitore Filippo Bonacolsi con lo scopo di debellare la consistene comunità ereticale che preoccupava le attività ecclesiastiche e quelle secolari. Dei catari non è rimasto nemmeno un nome, né una riga di verbale, neppure la certezza che fossero stati regolarmente processati. 


Il 10 agosto 1553 fu ucciso con il fuoco, a Ginevra, l'antitrinitario Michele Serveto, medico e umanista di origine spagnola, scopritore della circolazione polmonare del sangue. Ricercato dall'Inquisizione romana, si era recato nella città di Calvino per trovare un rifugio, le sue idee contro la trinità che circolavano in Europa in un volume stampato nel 1531, "De trinitatis erronibus", e in uno del 1553, "Christianismi restitutio", lo avevano reso temibile anche tra i protestanti. Un altro eretico, Sebastiano Castellione, pubblicò subito dopo un libro che come titolo aveva una domanda: "De Haereticus an sint persequendi". Le idee e i dubbi che vi esprimeva dopo secoli sono diventate le nostre convinzioni: lo stato non deve sopprimere nessuno per le sue idee religiose, Dio non chiede la morte dell'eretico, ma ne riserva a se il giudizio alla fine del mondo.
Il 22 giugno 1633, nella sala delle udienze del palazzo del Sant'Ufficio i cardinali inquisitori condannarono all'abiura e al carcere perpetuo Galileo Galilei, perché aveva sostenuto con argomenti "scientifici" nel "Dialogo (...) sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano", la rotazione della Terra attorno al sole. Galileo morì in domicilio coatto nella casa di campagna di Arcetri l'8 gennaio 1642. Galileo non aveva torto, anche se non aveva fornito vere prove, e perché la Bibbia non è un testo scientifico ma un libro che parla di Dio.


Galileo Galilei




Questi tre casi - simbolo, fanno misurare i grandi cambiamenti storici che ci separano da questo passato. I processi e le sentenze capitali per questioni  di fede furono opera anche dei protestanti, nel caso delle donne e degli uomini accusati di stregoneria diabolica, furono soprattutto i tribunali secolari degli stati protestanti del Centro Europa, piuttosto che le Inquisizioni cattoliche a emettere le condanne. 
La società cristiana  è stata per molti secoli intollerante con le minoranze etnico-religiose e crudele con i dissidenti e i più deboli. I giudici ecclesiastici talvolta assolvevano i dissidenti, spesso li riconciliavano nella comunità con pene d vario genere, in certi casi li mandavano a morte, ma sempre in nome del Vangelo. Tutte le sentenze dell'Inquisizione erano emesse in nome di Gesù Cristo, secondo il formulario usuale, che all'inizio diceva "In Christi nomine amen" e riprendeva per maggior chiarezza prima del dispositivo finale "Christi nomine repetito, pro tribunali sedentes et solum deum prae oculus habentes..." 
La predicazione del messaggio evangelico fu sempre accompagnata dalla difesa della sua purezza. La preservazione della verità cristiana contro ogni deviazione si è molto trasformata nei secoli: scomuniche ed esili nell'età patristica, nell'alto medioevo e nell'età moderna. Nei secoli dopo il Mille furono prima i vescovi ad agire nelle proprie diocesi e quindi gli inquisitori in sedi sparse; in epoca moderna furono creati tre più efficienti organismi centralizzati in Spagna, Portogallo e Italia. Dall'Ottocento in poi agì unicamente la Congregazione del Sant'Ufficio, oggi la fede cattolica è sostenuta e controllata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

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