Il trionfo della morte in un affresco del sec. XIV. <<La peste nera>> imperversò in tutta Europa verso la metà del Trecento facendo numerose vittime
LA CRISI DEL TRECENTO
Gli ultimi due secoli del Medioevo conobbero un'inversione di tendenza rispetto alla crescita demografica ed economica degli anni precedenti. Gli storici hanno parlato di crisi interpretandola in due modi: intendendola in senso lato, come tratto unificante di tutto il periodo, oppure, al contrario hanno mirato ad evidenziare, all'interno dell'arco di circa un secolo, cicli e modalità distinte.
La crisi o le crisi economiche
I cali demografici più forti si verificarono nel 1348-1351, in conseguenza dell'epidemia di <<peste nera>> che imperversò in Europa a metà del secolo, e nel 1400-1401, in seguito a una congiuntura di molti fattori. Le grandi crisi si sarebbero alternate a fasi di piccola ripresa che comunque non avrebbero modificato la generale tendenza al calo. Le spiegazioni di tipo <<malthusiano>> - che vedono nell'aumento naturale della popolazione la causa della miseria - sottolineano la forbice tra popolazione, in crescita, e risorse alimentari che non tengono il passo; la rottura si sarebbe verificata quando l'agricoltura non fu più in grado di sostentare la popolazione e le terre troppo sfruttate divennero meno produttive.
Le rivolte popolari
Lo sciame di rivolte è stato oggetto di ricerche attente a misurare i molteplici fattori in causa, quali la pressione fiscale esercitata dai signori, le alterazioni introdotte all'interno delle regole consuetudinarie in cui si riconosceva il mondo contadino, la presenza di messaggi di ribellismo religioso, la contestazione radicale dei poteri della nobiltà terriera.
Il ruolo delle città e della finanza
Stemma della Famiglia Peruzzi di Firenze
La crisi, quando arrivò, e in forma rovinosa, colpì le maggiori società bancarie e mercantili, come nel caso della compagnia della famiglia Peruzzi di Firenze e di quelle di altre famiglie toscane, provocando fallimenti a catena, più frequenti nella prima metà del Trecento. Ma l'origine dei dissesti gli storici tendono a vederla non tanto nelle strozzature del settore produttivo quanto nelle alterazioni subite dal mercato finanziario e dalle reti dello scambio monetario e commerciale, europeo ed extraeuropeo.
Le trasformazioni nelle transazioni bancarie
Nel Quattrocento venne meno il ruolo di traino commerciale esercitato un tempo nelle grandi fiere europee: i mercanti avevano cambiato procedure e abitudini, privilegiando le rappresentanze stabili poste nei principali centri economici, mentre l'affinamento delle tecniche finanziarie li aveva dotati di nuovi strumenti atti a diventare risorse, a far circolare monete e merci, a stimolare produzioni e consumi.
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