L'INQUISIZIONE IN ITALIA
L'evoluzione del cristianesimo in Occidente
Accettata pacificamente dalla società e dall'ordinamento statale a partire dal secolo IV, l'organizzazione ecclesiastica delle comunità cristiane si sviluppano lentamente nei secoli seguenti svolgendo talvolta compiti propri delle auutorità civili, soprattutto nel periodo delle invasioni e degli stanziamenti dei popoli germanici in Europa.
I cristiani diventarono nell'alto medioevo la quasi totalità della popolazione. Sorsero edifici pubblici di culto, si fissarono le festività e si creò una liturgia sacramentale. L'organizzazione ecclesiastica si basò sulle diocesi e sui vescovi il clero acquistò un ruolo separato da quello dai principi cristiani, il vescovo di Roma, assunse una posizione sempre più preminente e si sviiluppò in varie forme il monachesimo moschile. Alla profondità di adesione dei credenti dei primi secoli cominciò tuttavia a sostituirsi l'abitudine, la ricerca di vantaggi esteriori con un conseguente decadiemento della disciplina e della pratica religiosa. La celebrazione del culto divino si cristallizzò in formulari: continuò in greco e in latino in Occidente. Sorsero nuove forme di pietà, come il culto dei martiri e dei santi, la venerazione delle riliquie, i pellegrinaggi.
Alla metà del secolo VIII, in seguito a richieste papali di aiuto, il re franco Pipino restituì al pontefice alcuni territori imperiali, sottratti in guerra ai longobardi il ducato di Roma, l'esarcato di Ravenna e la Pentapoli, nucleo di quello che sarebbe diventato lo Stato della Chiesa. Nel medioevo si credeva che il potere temporale dei papi avesse avuto inizio con una donazione di Costantino, che avrebbe concesso al papa la città di Roma e il potere imperiale su tutto il territorio italiano: nel Quattrocento l'umanista Lorenzo Valla dimostrò la falsità del Constantium Constantini costruito probabilmente in ambiente lateranense nel secolo VIII. Con il feudalesimo, anche una parte dei vescovi europei divennero signori territoriali a pieno titolo cambiando l'autorità ecclesiastica con quella secolare. Il cristianesimo offrì valori religiosi condivisi, strutture organizzative di base similari, un unico orizzonte culturale a tutti i popoli europei. Le dottrine teologiche, gli insegnamenti morali cristiani divennero l'anima della civiltà medievale e la chiesa si adattò alle forme, monarchiche, piramidali della società civile, mettendo tutte le decisioni nelle mani della gerarchia sacerdotale e trasformando i laici in fedeli sottomessi.
Nel medioevo il cristianesimo si trovò a essere l'organizzazione religiosa e culturale che informava, innervava, monopolizzava la società europea. Esso si concepiva divisa in tre ordini, oraotores, bellatores, laboratores (oranti, guerrieri, lavoratori); questi ultimi dovevano obbedire e mantenere gli altri. I due poteri della Chiesa e Stato, strettamente intrecciati tra loro di diritto e di fatto, mentre nei secoli prima del Mille si erano in genere sostenuti a vicenda, cominciarono a compiere per il controllo, delle società, a distinguersi e poi sopraffarsi a vicenda. La Chiesa aspirò a diventare una società superiore allo Stato, dotandosi di proprie norme con il diritto canonico.
La separazione tra Chiesa d'Occidente e Chiesa d'Oriente
Il progressivo allontanemento tra cristianità occidentale e orientale continuò con la controversia sulle immagini sacre, proibite in Oriente dagli imperatori del secolo VIII mentre, la loro venerazione continuò in Occidente fino a quando anche in Oriente l'iconoclastia non fu eliminata prima dottrinalmente con le definizioni del concilio ecumenico di Costantinopoli-Nicea (787) e poi praticamente con il sinodo convocato dall'imperatrice Teodora del 843. Nel secolo IX ci furono altre questioni: processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio con l'introduzione del <<Filoque>> nel Credo, giurisdizione di Roma sulla chiesa bulgara, primato papale.
La rottura definitiva tra Chiesa d'Oriente e Chiesa d'Occidente avvenne nel 1054 con le scomuniche reciproche tra l'inviato papale, il cardianle Umberto di Silva Candida e il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario durante un tentativo papale di far controllare alcuni provvedimenti limitativi attuati nei confronti delle chiese latine di Costantinopoli. Il legato papale e i loro ccollaboratori dimostrano la profonda incomprensione tra le due parti della cristianità e la acuirono ulteriormente provocando una rottura irrimediabile.
Nei secoli seguenti ci furono molti tentativi di ristabilire i rapporti tra le due cristianità da parte degli imperatori e dei papi, ma senza esiti positivi. Le difficoltà reciproche si aggravarono anzi con le crociate. Si giunse a una composizione delle divergenze soltanto nel Concilio di Ferrara-Firenze (1439) con soluzioni di compromeso sulle questioni riguardanti il purgaotorio, il <<Filoque>>, il primato papale, ma la scarsa adesione dei vescovi, monaci e cristiani orientali e la caduta di Costantinopoli in mano agli Ottomani nel 1453 la resero inefficace.
Nei primi mille anni della storia del cristianesimo e sulla disciplina con le altre chiese patriarcali d'Oriente, prima Gerusalemme, poi Antiochia e Alessandria, infine, Costantinopoli, aggiudicandosi tuttavia a mano a mano più rilevanza e più potere. Il vescovo di Roma divenne il capo unico della cristianità occidentale tra X e XI secolo.
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