L'INQUISIZIONE IN ITALIA
L'inquisizione in Italia nel medioevo.
Ripresa dell'Occidente cristiano e lotta contro l'Islam, i catari e le streghe
Rinnovamento della cristianità, dissenso e lotta contro l'Islam
La cristianizzazione dell'Europa fu un processo lungo e complesso. La conversione in massa delle popolazioni che abitavano il bacino mediterraneo avvenne nell'ultimo secolo dell'impero romano e la conversione delle popolazioni "barbare", che avevano occupato i territori soggetti a Roma, seguì nei primi secoli dell'alto medioevo. In questo stesso periodo ebbe luogo l'espansione violenta dell'Islam nell'Africa del Nord, in Sicilia e in Spagna, arrivando a minacciare la stessa Francia. Nel secolo XI cominciò in Europa un periodo di grandi trasformazioni: crescit demografica, espansione economica e urbanizzazione cambiarono il volto della civiltà occidentale e trovarono un ulteriore svilupppo nei secoli seguenti. Nell'età comunale sorsero tante isole di relativa libbertà nel tessuto signorile soprattutto in Italia centro-settentrionale, Germania, Fiandre, Francia settentrionale e meridionale, Inghilterra, Spagna, ma anche in altre zone. Nella civiltà urbana europea del basso medioevo ebbe inizio, una crescene differenziazione e interazione tra cittadini e abitanti delle campagne: sul piano economico (cità come centro di scambio), sociale (sviluppo a vari livelli di mercanti artigiani, giuristi, medici, maestri, artisti, in una parola della borghesia) e giuridico (speciali norme legali e tribunali particolari delle città). Avvenne una notevole crescita culturale (nascita delle università, dove si insegnava filosofia come base, poi teologia, diritto e medicina) e un vasto fermento religioso: rinnovamento di antichi ordini, nascita di ordini nuovi e nuove sperimentazioni religiose, più o meno diffuse.
Durante l'alto medeioevo nell'Occidente lentamente cristianizzato si era realizzata una forte compenetrazione tra le élite laiche ed ecclesiastiche, tra isitituzioni e poteri spirituali e secolari. La Chiesa ne assorbì lentamente le caratteristiche e collaborò in parte a plasmarla con le proprie scelte, agendo da una posizione di superiorità spirituale, ragion per cui non incontrò sempre il favore delle autorità secolari, che a loro volta cercavano di controllare e regolare la vita della società. Dopo un lungo periodo di crisi della Chiesa nei secoli XIV-XV il processo di accentramento papale, in simbiosi con l'evoluzione della società europea riprese e continuò nei secoli dell'età moderna, mentre nel secolo XIX si realizzò una sempre maggiore distinzione tra potere ecclesiastico e potere statale compresa la caduta dello Stato Pontificio, fino ad arrivare a una separazione formale tra Stato e Chiesa nel secolo XX.
Gregorio VII
Callisto II
I rapporti istituzionali tra i due poteri ebbero una forte evoluzione nei secoli XI-XII, con la lotta per le investiture, che contrappose papa e imperatore da Gregorio VII (1073-1085) a Callisto II (1119-1124) e da Enrico IV (1056-1106) a Enrico V (1106-1125). La materia del contendere era formalmente l'investitura dei vescovi che governavano feudi dell'impero, ma in realtà lo scontro avveniva tra un papa che si considerava depositario del potere sia ecclesiastico sia secolare conferitogli da Cristo, e l'imperatore, che riteneva di avere ottenuto i propri poteri direttamente da Dio, come i re dell'Antico Testamento. Gregorio VII voleva riformare la chiesa, liberandola dall'ingerenza laica della nomina dei vescovi e dalla vendita dei benefici ecclesiastici (simonia); Enrico IV non intendeva invece cedere a queste pretese e perdere il diritto di nominare i vescovi feudatari, dotati di autorità pubblica. La lotta si svolse a base di decisioni di sinodi romani, deposizioni di papi da parte di sinodi di vescovi imperiali, scomuniche di re e scioglimento di sudditi dal giuramento di fedeltà da parte del papa, elezioni di antimperatori e di antipapi, imprigionamenti di papi, piccole guerre, fughe di papi da Roma all'arrivo dell'imperatore. Solo con il concordato di Worms nel 1122 la questione fu regolata in modo che i vescovi venissero eletti dal clero, senza violenza e senza simoniam in Germania, ricevessero poi l'infeudamento con i poteri temporali dell'imperatore con lo scettro e non più l'investitura vescovile con anello e pastorale. Questo accordo fu recepito dal concilio Lateranense I (1123), che lo sancì ecclesiasticamente.
Con il pontificato di Innocenzo III (1198-1216) il disegno di supremzia dottrinale e giuridica del papa su tutta la cristinità (ierocrazia) ebbe il suo punto culminante, sia nei rapporti con gli imperatori di Germania e i re di Francia e di Inghilterra, sia all'interno della Chiesa nella vita oridinaria delle diocesi e dei monasteri e nella convinzione straordinaria del Concilio Lateranense IV (1215), sia nei confronti del mondo musulmano con l'indicazione della quarta crociata. Questa tendenza proseguì fino al pontificato di Bonifacio VIII (1294-1303) e declinò in eguito durante la permanenza dei papi ad Avignone (1378-1417), durante il qual2e ci furono contemporaneamente due papi, con le loro rispettive obbedienze, a alla fine addirittura tre.
I vescovi di Roma non solo si ritenevano superiori all'imperatore perché univano in sé il potere delle due spade, quella spirituale e quella temporale, ma rivendicavano sempre più il potere di governare gerarchicamente tutta la cristianità occidentale. Questo divenne possibile in seguito al riordinamento del diritto canonico e allo sviluppo di una organizzazione papale efficiente, legata ai cardinali che da prelati maggiori della regione metropolitica di Roma divennero un unico collegio che affiancava il papa nei suoi compiti. Nell'esercizio del potere pontificio cominciò così un lungo processo di accentramento che rigurardava la giurisdizione, sui vescovi e sui monasteri, gli appelli, la suddivisione delle diocesi, il conferimento dei benefici ecclesiastici. Il dominio temporale sul territorio permise ai papi di raggiungere pienezza di poteri e onori. La corte pontificia si sviluppò, prendendo il nome di Curia romana alla fine del secolo XI e dotandosi di organi particolari (Camera, Cancelleria, Cappella ...). L'elezione stessa del papa venne regolata in modo anomalo rispetto a quelli di un qualsiasi vescovo e dal secolo XI al XV fu progressivamente riservata ai cardinali. Le trasformazioni del papato nei primi secoli del secondo millennio sortirono effetti vantaggiosi per un efficace governo della Chiesa: una struttura sovrannazionale e un sistema giurdico stabile nel tempo; ma comportarono anche risvolti svantaggiosi, come la perdita di ruolo dei vescovi e dei metropoliti, il peso preponderante assunto dal diritto e gli abusi cui facilmente esso poteva prestarsi.
Contemporaneamente a questi sviluppi si produsse un rinnovamento interno degli ordini monastici, che assunsero un ruolo stimolante per la cristianità. L'aspirazione a una vita religiosa più evangelica e interiore tra i cristiani nell'XI e XII secolo, diede luogo alla riforma di parecchi gruppi o federazioni di monasteri, che avevano tutti come base la regola benedettina: Cluny, che prolungò i suoi influssi iniziati nel secolo X, San Benigno di Digione, San Vittore di Marsiglia in Francia, Vallombrosa di Camaldoli in Italia, Hirsau e Sankt Blasien in Germania; in seguito la grande Chartreuse (certosini), Citeaux (cistercensi), Prémontré (canonici premonstratensi, con regola agostiniana) in Francia, i monasteri che diramarono la loro influenza in varie zone d'Europa soprattutto nel secolo XII. I monaci erano poveri e votati alla castità, ma i monasteri avevano grandi possedimenti, ne sfruttavano adeguatamente le ricchezze e assumevano spesso una fisionomia signorile. Diffusione e slancio maggiore di tutti ebbero i cistercensi, tra cui spicca la figura di Bernardo, abate di Clairvaux. I monasteri riformati convertirono ai loro ideali parecchi credenti e contribuirono ampiamente alle innovazioni intraprese proprio allora dal papato, con un discreto afflusso, di semplici cristiani e di aristocratici alle loro attività religiose. Il clero diocesano in cura d'anime, che era a più stretto e quotidiano contatto con i fedeli non migliorò molto religiosamente né moralmente né culturalmente.
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