Tra medioevo ed età moderna il quadro storico
La scoperta di nuovi mondi
La modernità si segnala nelle scoperte e nelle conquiste geografiche, divenute un fattore di periodizzazione saldamente inserito nella tradizione storiografica europea. A partire dal quattrocento gli europei posero le premesse per attivare relazioni progressivamente sempre più intense con l'Asia e con l'Africa, e per europeizzare due nuovi continenti, l'America e l'Oceania.
Le ragioni che spingono alle esplorazioni
Il movimento di scoperta fu indotto dall'obiettivo di stabilire un raccordo commerciale diretto con l'Oriente. Un secondo motivo essenziale per capire i viaggi di scoperta fu la ricerca dell'oro: in un'economia in espansione, come era quella europea del Quattrocento, la disponibilità di moneta pregiata rappresentava la condizione per infondere potenza e gloria in un Stato o in una città, in un principe o in un uomo d'affari. L'Europa non disponeva di risorse auree sufficienti di qui la spinta ad avventurarsi verso paesi lontani che si sospettava potessero fornire il prezioso metallo. Non va sottovalutato, infine, l'impulso evangelizzatore che si era forgiato nel corso delle crociate e della riconquista al cattolicesimo dei territori musulmani nella penisola iberica.
Le grandi esplorazioni marittime
Il regno del Portogallo aprì la strada all'avventura atlantica che ebbe una svolta decisiva nel 1498, quando le navi di Vasco de Gama, doppiato il capo di Buona Speranza, potevano finalmente solcare l'oceano Indiano per poi attraccare al porto di Calicut sulla costa occidentale dell'India. Fu il viaggio intrapreso da Cristoforo Colombo nel 1492 per conto della monarchia spagnola ad aprire prospettive inattese, grazie all'incontro fortuito con un continente sconosciuto, a cui sarebbero seguite la sua successiva identificazione come mondo nuovo e la sua presa di possesso attraverso l'espansione coloniale. Tutta la vicenda dell'originaria conoscenza dell'America, percorre le rotte oceaniche sulla scia lanciata dai quattro viaggi di Colombo, dalla spedizione di Giovanni Caboto, veneziano al servizio dell'Inghilterra, che raggiunse l'isola di Terranova a nord nel 1497 e scoprì le coste del Canada e della Nuova Scozia, alle spedizioni di Ojeda e Vespucci, e infine segue la ricerca di un passaggio a nord-ovest fra i due oceani, che impiegò tra gli altri i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques Cartier, Martin Frobisher e John Davis, finendo con inserire le corone inglesi e francesi nella corsa alle terre d'oltre oceano. Di particolare importanza risultò la spedizione spagnola capeggiata dal portoghese Magellano e conclusa da Elcano nel 1522, che portò a termine la prima circumnavigazione del globo, trovando nell'emisfero australe la rotta di comunicazione tra Atlantico e Pacifico.
Un profondo mutamento nella storia del mondo
Da una parte si apriva una storia di sopraffazioni in cui una civiltà impose le regole dell'incontro con le culture diverse, dall'altra, ci fu la scoperta della diversità americana e la sua immissione nella cultura europea, che aprì dibattiti accesi sul diritto di conquista, sulla classificazione dei nativi, sui caratteri di quelle società americane rapidamente destrutturate dalla conquista bianca. Un'immensa letteratura elaborò il mito del buon selvaggio, affrontò le questioni della razza e della differenza etnica, ponendo a confronto mondi diversi che il movimento di scoperta e di conquista coloniale aveva fatto incontrare.
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