LA TORTURA
IL TRIBUNALE DELL'INQUISIZIONE
Gli studiosi sono concordi nel considerare il Tribunale dell'Inquisizione come lo strumento <<inventato>> dalla Chiesa per combattere l'eresia. Con il nome di Tribunale dell'Inquisizione si fa riferimento a tre realtà ben distinte: l'istituzione, sorta nel Duecento, denominata Inquisizione medievale, l'Inquisizione spagnola, voluta da Sisto IV nel 1478, su espressa richiesta della regina Isabella di Castiglia e di re Ferdinando d'Aragona, infine la Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione, istituita da papa Paolo III nel 1542.
L'Inquisizione medievale
Nei primi secoli della cristianità le autorità ecclesiastiche, nei casi di eresia, si limitano, ad applicare pene di carattere spirituale, la più grave delle quali è la scomunica.
La maggior parte dei Padri della Chiesa si dichiarano contrari alla condanna degli eretici a pene fisiche. Si rispetta il principio enunciato da Berbard de Clairvaux: (<<la fede deve essere oggetto di persuasione non di imposizione>>).
Verso il XII secolo questo principio viene disatteso e completamente ignorato. Le pene spirituali, vengono gradualmente soppiantate d più persuassive ed efficaci pene temporali.
Nel 1179 il Concilio Laterano III elabora per la prima volta misure inquisitoriali: il canone 27 legittima la scomunica e le crociate contro gli eretici.
Innocenzo III (1198-1216) benedì la crociata contro gli Albigesi, che vennero sterminati dai cattolici e guidati da Simon de Monfort (1209-1218) che confiscò i loro beni, dopo averli trucidati.
Nel 1215 il Concilio Laterano IV ribadì la condanna di ogni forma di devianza religiosa ed elaborò la procedura d'ufficio in base alla quale instaurare un processo. <<I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godono delle indulgenze e dei santi privilegi che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa>>.
L'Inquisizione medioevale, nacque quindi come risposta della Chiesa a diversi movimenti ereticali, che propugnavano dottrine deviate e venivano considerati un pericolo per la società. Già i ttribunali laici avevano acceso alcuni roghi sotto gli appartenenti alla setta dei Catari, considerati portatori di un'ideologia sovverrsiva dell'ordine civile. Costoro condannavano il mondo materiale, giungendo a evitare di procreare, consideravano legittimo il suicidio e rifiutavano di prestare giuramento, minando così una delle principali basi della società feudale medievale.
L'autorità ecclesiastica e il potere civile unirono i loro sforzi per difendere l'ortodossia religiosa e l'ordine sociale, contro le dottrine teologiche e sociali eretiche.
L'Inquisizione medievale venne istituita nel 1184 con la bolla Ad abolendam di Papa Lucio III che obbligava i vescovi a visitare due volte l'anno le loro diocesi alla ricerca degli eretici. Papa Innocenzo III diede ordine ai monaci cistercensi di predicare contro gli eretici, e papa Gregorio IX nel 1231, con la costituzione Excommunicamus, nominò i primi inquisitori, scelti tra i domenicani e il privilegio fu poi esteso a Innocenzo IV, nel 1246, anche ai francescani.
L'inquisitore medievale era un giudice straordinario che si affiancava a quello permanente: la sua competenza verteva esclusivamente sull'haeretica pravitas con giiurisdizione universale per quanto riguardava le persone, ma con limiti territoriali.
Nel 1231 fu nominato il primo delegato per la Germania e l'anno successivo quello per la Francia.
Con Innocenzo III (1198-1216) la nuova procedura si delineò nelle sue forme definitive si passò a un procedimento che consentiva all'autorità ecclesiastica di procedere d'ufficio, incarcerando chiunque risultasse sospettato. La qual cosa rendeva possibile una repressione dell'eterodossia veloce ed efficace. Il concilio ecumenico del 1215 riprese e utilizzò tutte le disposizioni concernenti la repressione delle eresie.
Gregorio IX nel 1231 fissò nelle Decretali la procedura inquisitoriale, che venne sperimentata per la prima volta nell'ambito del Sacro Romano Impero Germanico, quando il papa attribuì poteri quasi illimitati a Conrad di Marbourg, tanto che fu assassinato. In seguito Gregori IX, nell'aprile del 1233, promulgò l'Inuisitio Hereticae Pravitatis, provvedimento con il quale la caccia agli eretici, precedentemente riservata ai vescovi, venne affidata a specifici funzionari, scelti fra i domenicani e i francescani.
Nel 1252 Innocenzo IV emise la bolla Ad extirpanda, sencondo la quale la tortura <<serve a portare alla luce la verità>>.
LA procedura di gregorio IX venne in seguito riassunta in vari manuali. Questa procedura si concludev con la sentenza, la quale, previo consenso del vescovo, secondo le disposizioni di innocenzo IV, confermata da Urbano IV e da Bonifacio VIII, veniva letta durante un pubblico sermone generale, che in Spagna sarà conosciuto con il nome di autodafè, atto di fede. Questa poteva comportare l'assoluzione, la detenzione parziale o perpetua, la morte sul rogo o, nei casi più lievi, un pellegrinaggio, riscaattabile con il versamento di elemosine.
La cratteristica più importante della cosiddetta Inquisizzione medievale era la figura del giudice delegato in materia eccelsiastica criminale, un giudice straordinario che aveva il compito di affiancare quello ordinario, il vescovo, in materia di reati di eresia, che però riguardavano raramente coloro che sono stati battezzati, con l'esclsione di ebrei e musulmani.
In questa prima fase dell'Inquisizione gli inquisitori erano, persone molto dotte, che cercavano di convincere l'eretico a pentirsi, erano inclini ad adottare il perdono e a far rientrare colui che aveva deviato la vera fede in seno alla Chiesa.
Verso la fine del XIII secolo, Tommaso d'Aquino, padre della Scolastica, affermava che <<gli eretici non solo meritavano di essere scomunicati, ma anche di essere esclusi dal mondo mediante la morte, dalla parte della Chiesa vi deve però essere misericordia per chi ha sbagliato è intende convertirsi. Per questa ragione non vi sia condanna né dopo il primo né dopo il secondo richiamo, ma in seguito costui perseverasse sia lasciato al braccio secolare e messo a morte>>.
La tolleranza venne meno a partire dalla fine del XII secolo, con la diffusione di sempre maggiori movimenti ereticali.
Il Tribunale dell'Inquisizione ideò ex novo una procedura, ignota al diritto romano, che si basava sulla formulazione di un'accusa da parte dell'autorità giudiziaria, anche e mancavano denunce o accuse di testimoni.
Per quasi tutto il XII secolo il giudice non poteva procedere se non si fosse presentato un accusatore disposto a farsi carico della responsabilità delle sue affermazioni.
Si abbandonarono anche prove come l'ordalia, considerata espressione del <<giudizio divino>> su un accusato, per dare invece spazio a testimonianze affidabili e a prove oggettive, Ma accanto alle testimonianze occorreva anche la confessione, che poteva essere ottenuta con l'ausilio della tortura.
Già dal IX secolo il papato condannò la tortura, ma Innocenzo IV, con la bolla Ad extirpanda (1252), autoorizzava gli inquisitori a usarla per ottenere le confessioni.
Dalla seconda metà del XIII secolo furono messi a punto alcuni sistemi per combattere più efficacemente l'azione dei nemici della Chiesa: <<L'ultima per importanza consisterà nella'utorizare l'uso della tortura in materia di fede. Vi s'aggiungono delle disposizioni particolari: il segreto mantenuto sul nome dei testimoni, il fatto che il processo si svolgesse simpliciter et de plano, sennza formalità inutili.
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