L'Inquisizione in Italia
La violenta repressione iniziale dei catari tra crociata e <<grande devozione>>
Papa e imperatore contro gli eretici
Le scelte dell'imperatore Federico II
Federico II di Svevia
Tra Chiesa e autorità pubbliche correva una solidarietà di fondo nel governo delle popolazioni, perché il potere ecclestico aveva bisogno di un ordinamento pubblico stabile e l'autorità temporale necessitava della legittimazione nella sfera del sacro. Nel secolo XIII ci fu un forte scontro tra papa e imperatore per la supremazia nella gestione del potere sulla cristianità, compresa la presecuzione dell'eresia. Federico II di Svevia non voleva sottostare al progetto di universalismo ierocratico papale e si propose come responsabile diretto del controllo dell'eresia in Sicilia e nell'impero, pretendendo di non essere un semplice esecutore delle disposizioni ecclesiastiche. In una costituzione del 1220 promulgò una serie di norme antiereticali ricavae dalle decretali pontificie, mantenedone il linguaggio e le finalità, ma attribuendo loro validità penale come leggi dell'impero. Dal 1227 al 1239, l'eresia divenne formalmente delitto di lesa maestà divina per la quaale era prevista la pena di morte, la cui esecuzione spettava in modo indiscusso alle autorità secolari. La lotta contro i dissidenti venne utilizzata dunque dai vertici ecclesiastici e imperiali nel gioco religioso-politico della supremazia per il conrollo della società, gioco che trascendeva le scelte religiose dei dissidenti e che risultava loro del tutto incomprensibile.
La demonizzazione degli eretici
Tra i mezzi utiizzati per tutelare la scoetà cristiana dlla grave minaccia rappresentata dall'eresia, si deve considerare un'operaziione culturale che fissò uno stereotipo, che lega strettamente gli eretici al diavolo, prototipo del Male, tentatore di Adamo ed Eva, di Cristo stesso e di tutti gli uomini. Il diavolo ha a che fare con il sinngolo, ch deve meritarsi la salvezza eterna facendo prevalere le virtù sui vizi. Nel periodo in cui vennero messi a punto gli strumenti giuridici per contrstare i catari, gli eretici vennero demonizzati, cioè trasformati in strumenti di Satana e in suoi adepti. Si attribuì loro ogni genere di depravazione e di pratica sessuale perversa, come in un racconto riguardante i catari veronesi:
Spento il lume, ciascuno di loro si lanciò sulla donna a lui più vicina, non rispettando la distinzione tra quante avevano un legame legittimo e quante non lo avevano, tra la vedova e la vergine, tra la signora e l'ancella e tra sorella e figlia.
Il libro di Cesario di Heisterbach, da cui è tratta questa citazione, è unt esto che permette di afferrare in modo chiaro il processo di demonizzazione dei dissidenti che nei primi decenni del Duecento è ormai pienamente compiuto. Il Dialogus miraculorum intende insegnare ai novizi cistercensi come capire i veri miracoli che accadono ogni giorno e nella quinta sezione, De daemonibus, divisa in 56 capitoletti, spiega il peso e l'opera malvagia del diavolo e dei demoni nei confronti degli uomini, usando la tecnica espositiva dell'exemplum, un breve racconto istruttivo. Gli exempla che riguardano i rapporti tra demoni ed eretici sono marginali per le argomentazioni e per le immagini normalmente accettate.
In uno di questi racconti i vescovo di besançon, non riuscendo ad aver ragione dei successi di due predicatorri inglesi, capaci anche di camminare sulle acque e di non rimanere ustionati dalle fiamme, convocò un chieirico che era stato un esperto negromanete per scoprirne i segreti. Il negromante evocò il diavolo e gli chiese:
<<Ti pregodi dirmi chi sono questi uomini, quale sia la loro dottrina e per quale virtù compiano cose tanto straordinarie>>. Il Diavolo rispose: <<Sono miei e da me mandati, e predicano ciò che ho messo loro in bocca>>. Il chierico domandò: <<Che cos'è che impedisce che essi siano annegati nelle acque e bruciati dal fuoco?>>. Di nuovo il demonio rispose: <<Essi conservano cuciti sotto le ascelle tra la pelle e la carne i miei scritti autografi, nei quali è registrato l'omaggio da loro fattomi: per beneficio dei quali essi operano tali cose e non possono essere lesi da alcuno>>.
I due eretici vennero catturati e privati degli scritti demoniaci, poi furono sfidati a entrare nelle fiamme, ma di fronte alla loro incertezza la gente, la forzò a entrare nel fuoco, anticipazione delle fiamme dell'inferno e,in generale, tutte le eresie sono frutto del <<furore e della malizia del Diavolo>>. L'equazione eretici=demoni motiva ampiamente l'intolleranza e la paura degli uomini di Chiesa verso i dissidenti e le immagini spaventose e terrificanti che essi seminarono tra i fedeli sul nemico da combattere. L'enormità del pericolo rappresentato dagli eretici-demoni non lasciava ai contemporanei alcuna possibilità di comprendere queste esperienze religiose diverse, nnei cui confronti si imponeva allora la soppressione.
Gli stratagemmi che i demoni usano contro gli uomini, e la grande potenza che essi esercitano sugli esseri umani sono illustrati anche da altri libri, in particolare il Liber revelationum de insidiis et versutiis daenomum aversus homines, scritto da Richalm, abate di Schönthal, verso il 1270. Grado Giovanni Merlo: <<per gli uomini di un'istituzione ecclesiastica assestata in modo rigido nelle sue certezze (dogmatiche, canonistiche, intellettuali), impegnata in un ummane sforzo di controllo integrale della convivenza umana e disponibile ad aggiustamenti funzionali ma non a radicali ripensamenti e trasformazioni, gli eretici demonizzati erano nemici non superflui, persino utili>>, perché alla fine confermarono l'autorità e la supremazia ecclesiastica.
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