L'INQUISIZIONE IN ITALIA
I movimenti catari
Organizzazione territoriale e gerarchica
Le chiese catare non ebbero una struttura organizzativa unitaria, ma seguirono i modelli gerarchici e rituali delle comunità dualistiche orientali, che erano separate e autonome le une dalle altre. In Francia vennero istituite sei comunità territoriali e altrettante in Italia, ciascuna con una propria gerarchia e un particolare rapporto con la gerarchia e il sistema dottrinale di una specifica comunità dualistica orientale. La comunità territoria più antica in Francia era quella di Albi, già dal 1145 affollata di fedeli; ancora nel 1299 gli inquisitori interrogavano e condannavano eretici. Molto antica anche la comunità di Tolosa, il cui primo vescovo però fu probabilmente nominato al tempo del "concilio" di Saint-Félix-Lauragains e fu Bernardo Raymond, che più tardii si convertì. La comunità di Carcassonne fu molto importante e altre meno importanti furono quelle di Val d'Aran (1167-1187), Razès (1225-1235), Agen (1229-1250). In Italia, oltre a Desenzano e a Bagnolo-Mantova esistevano le co unità territoriali di Concorezzo, Vicenza, Firenze e della valle spoletana.
Queste comunità manetenevano una coesione al loro interno attraverso un ordine gerarchico, costruito sui responsabili dei raggruppamenti locali (i diaconi) e su un triplice livello di responsabili generali (fratello minore, fratello maggiore, vescovo). Sopra il vescovo non c'era nessuna autorità, in analogia con le Chiese ortodosse orientali, che sonor aggruppamenti di diocesi, con al massimo livello diversi patriarchi, ognuno de quali ha una superiorità e autorità indipendente all'interno della propria giurisdizione.
Lotta cosmica e morale tra spirito e materia
I catari partivano dalla constatazione dell'esistenza del male per arrivare all'esistenza di un principio malefico, opposto a Dio: Satana per i dualisti moderati, il Signore delle tenebre per i dualisti radicali. Solo ai più capaci e intelligenti veniva svelata la sua integrità tutta la dottrina in aggiunta al Nuovo Testamento. Il cataro si sentiva quindi un angelo imprigionato nella materia che per una colpa non sua pagava le conseguenze. Per il dualista radicale la speranza della salvezza era legata al piano eterno della salvezza, in cui il giudizio era già avvenuto prima del tempo, ma non sapendo in quale punto del tragitto egli si trovasse doveva aderire il più possibile alle rogorose norme morali. Il dualista moderato, si sentiva al centro di uuna lotta cosmica tra Dio e Satana, della quale era ach'egli protagonista con la sua condotta: l'uomo vive circondato sempre dalla realtà maligna che è la materia, assediato e tentato soprattutto dalla lussuria; nel piacere e nel godimento della vita può annidarsi soltanto l'insidia di Satana: da qui l'esigenza di una severa negazione della materialità della vita, che trova espressione nella rigida morale e nel rito cataro più impressionante, il martirium o endura. Questo rito veniva usato nei confronti di chi aveva ricevuto in punto di morte il consolamentum, che lo faceva assurgere tra i perfetti: per il timore che un'eventuale guarigione rendesse impossibile osservare le norme morali, il perfetto veniva ucciso per soffocamento, se voleva diventare martire o veniva lasciato morire di inedia, se voleva diventare confessore.
Dissenso come disagio verso i cambiamenti in corso
I catarismi, furono dunque <<momenti del complessivo fervore creativo vissuto dall'Occidente tra l'XI e il XII secolo e risposero alle esigenze religiose dei gruppi e individui che stavano cercando una loro autonoma identità. I perfetti erano poveri in ogni senso e non facevano concorrenza alla Chiesa a livello economico o di potere, né come signoli né come comunità territoriali. La loro sfida avveniva tutta nell'ambito della testimonianza religiosa, con un messaggio di liberazione della parte angelica dell'uomo dalla prigione della materia. Il loro distacco dai beni di questo mondo, dal normale sesso e dalla procreazione li faceva disinteressare alle vicende materiali e terrene per partecipare alla lotta cosmica tra Dio e Satana, oppure tra il Dio dello spirito e il Principio della materia. Questi motivi furono alla base del crescente successo che i crisiani dualisti incontrarono nel secolo XII: E' stata proposta un'interpretaziione del senso profondo dei catarismi non secondo una linea di critica e modernizzazione del cristianesimo tradizionale, ma in una linea di reazione e spaesamento rispetto ai processi di innvazione ch stavano avvenendo in campo economico e sociale. I catari non accettarono lo sviluppo mercantile, l'arricchimento, la mobilità dei gruppi sociali in campo politico, l'interesse per una nuova cultura dell'uomo, visto come reponsabile della propria vita e non solo rivolto a realizzare un piano salvifico che lo trascende. I semplici credenti e simpatizzanti, produssero in ogni modo tensioni e pressioni all'interno di queste concezioni dualiste, che si muovevano in diezione opposta a quella che avrebbe espresso da Trecento in poi l'umanesimo nelle sue svariate sfaccettature.
Predicazione e repressione contro un pericolo percepito come gravissimo
Per queste loro caratteristiche i catari, furono percepiti come profondamente diversi, come una oscura minaccia per le concezioni religiose correnti che informavano la società. I tentativi di conversione erano affiancati da atti di persecuzione perpetrati non solo dalle autorità costituite, ma anche da laici o dalla gente comune. Il papa intervenne in Francia inviando a più riprese da legati papali, in genere monaci cistercensi, in missione contro gli eretici dualisti. Così, i catari rimanevano attaccati alle prooprie pratiche e convinzioni e la ramificata paura della cristianità nei loro confronti non scompariva né diminuiva.
Nel Tolosano, nel 1206 cominciò la predicazione apostolica e la testimonianza di pvertà evangelica di Domenico Guzmàn, canonico di Osma in Castiglia, che cercò di supportare l'opera di recupero e repressione attuata dai legati pontifici. I seguaci di Domenico, abbastanza numerosi, si organizzarono presto come un vero e proprio ordine religioso. La loro azione di testimonianza e di dedizione totale alla missione evangelica all'inizio fu marginale, ma contrastò sullo stesso terreno l'influsso esercitato dai perfetti catari. Domenico ebbe il potere economico di imporre penitenze agli eretici convertiti e di applicare loro punizioni ecclesiastiche. I risultati di questo duplice intervento conversionictico e punitivo si sarebbero visti a medio e lungo termine.
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