L'INQUISIZIONE IN ITALIA
Rinnovamento della cristianità, dissenso e lotta contro l'Islam
I movimenti valdesi
Subito dopo la diffusione del dualismo radicale tra i catari francesi e italiani, verso la metà degli anni '70 del secolo XII, ebbe inizio a Lione un'esperienza di tipo pauperistico-evangelico tesa a rinnovare la vita religiosa e a opporsi alle seducenti esperienze catare. Le idee di Valdesio, o Valdo, risultarono attraenti per molti, non avendo elementi dottrinalmente riprovevoli, ma nel giro di un decennio il papa stesso dichiarò formalmente eretico il movimento valdese, escludendolo dall'ambito dell'ortodossia, perché non rientrava nei rigidi schemi della divisione dei compiti tra clero e laicato. L'originale esperienza tuttavia non si esaurì, si frazionò in alcuni movimenti sparsi in Francia e Italia e continuò nonostante la lotta saltuaria degli inquisitori contro di essa, fino a quando nel 1532 non confluì nella Ciesa riformata. La Chiesa valdese protestante ha prolungato la sua esistenza con alcuni drammatici episodi di resistenza ad attacchi armati del Cinque-Seicento nelle valli del Pinerolese, fino a oggi.
Il lionese Valdesio
Iniziatore el movimento fu il cittadino lionese Valdesio, o Valdo, che decise di abbandonare i suoi affari e di diventare un predicatore come gli apostoli. Egli voleva comunicare agli altri la sua scoperta del Vangelo e di altri testi biblici, che si era fatto tradurre in volgare. Trovò subito seguaci, non solo uomini ma anche donne, e cercò l'approvazione delle più aòte autorità ecclesiastiche: un gruppo si recò al concilio Lateranense III del 1179 a Roma, durante il quale sembra che papa Allessandro III avesse apprezzato la scelta di povertà, ma non quella della predicazione. La cultura clericale non riusciva ad accettare che i laici, esercitassero un commpito riservato ai sacerdoti, neppure in condizioni così preoccupante: come quelle prodotte dalla notevole diffusione e fascino del catarismo. I seguaci di Valdesio non si lasciarono intimidire, neppure quando Lucio III li condannò nella decretale Ad abolendam del 1184. Si diffusero non solo nella Francia meridionale, ma anche in Italia alcuni gruppi valdesi ebbero caratteristiche proprie e verso il 1205 acquisirono una loro autonomia vennero indicati conn il nome di Poveri in Lombardia.
I valdesi provenzali e lombardi
Veldesio cercò sempre di restare fedele all'ortodossia, ma dopo la sua morte, avvenuta tra il 1205 e il 1207, i discepoli cominciarono a reagire a loro volta all'esclusione di cui erano oggetto, rifiutando la gerarchia ecclesiastica, amministrando direttamente da laici i sacramenti e organizzandosi in comunità strutturate. Solo una parte dei seguanci di Valdesio, il gruppo francese riunito attorno a Durando d'Osca, rimase all'interno della Chiesa perché fu trasformato nel 1208 dal grande pontefice Innocenzo III in un nuovo ordine religioso, quello dei Poveri cattolici, che avevano il permesso di predicare in quanto chierici. Ancheun gruppo di valdesi lombardi fu reintegrato allo stesso modo nel 1210 con il nome di Poveri riconciliati, ma il sogno di Durado d'Osca di far rientrare tutti i seguaci di Valdesio nell'ortodossia non ebbe altri sviluppi. La maggior parte di loro infatti si adattarono alle nuove condizioni e rimasero distinti in due grandi gruppi, i <<fratelli ultramontani>>, quest'ultimi con tendenze più radicali e propensi a considerarsi discendenti dei primi apostoli più che discepoli del loro maestro spirituale.
La frammentazione in ulteriori movimenti
In quello stesso periodo l'esperienza valdese in Lombardia si articolò e si frammentò in movimenti diversi, per contatti con i catari, per persistenza di tratti di lontana ascendnza patarinica. Ci furono anche tentativi di riaccostamento tra i gruppi, come avviene nella runione dei valdesi francesi e lombardi nel 1218 a Bergamo, senza tuttavia risultati duraturi.
Oltre che nell'Italia centro-settenrionale, l'esperienza valdese diffuse nei territori austriaci, tedeschi e boemi, con cui gli italiani e i francesi tenevano contatti saltuari attraverso predicatori itineranti. Su un piano strettamente dottrinale, gli elementi comuni dei valdismi erano una fede purificata e più coerente con il Vangelo, il rifiuto del giuramento, del culto delle immagini e dei santi, dei pellegrinaggi, la negazione del purgatorio e delle preghiere per i defunti. I valdesi continuarono nei secoli seguenti a perseguire quel risveglio evangelico che aveva significato un ritorno alla fede come scelta personale e chhe aveva comportato la traduzione in volgare della Bibbia e la sua costante lettura.
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