L'INQUISIZIONE IN ITALIA
L'eliminazione degli ultimi catari nel secondo Duecento
Dopo l'incerto ventennio iniziale, gli inquisitori generarono con amggior intensità in Italia nella seconda metà del Duecento, sotto l'urgenza della grande lotta conro i catari. Per l'ufficio inquisitoriale questo fu un periodo d'oro, che si concluse quasi simboolicamente con la crociata contro Dolcino, culminata con la sua morte sul rogo nel 1307. Il potere civile contribuì alla sconnfitta dei dissidenti in seguito ai mutamenti politici e sociali che intervennero nelle aree più sviluppate d'Europa, e in particolare in Italia, le autorità pubbliche si mostrarono indifferenti alle concezioni catare. e iinteressate invece a una vita religiosa ordinata. In questo senso venne avviato nel Ducento un collegamento più stretto tra fedeli e parrocchie, atraverso l'obbligo della comunione annuale e dalla confessione presso il proprio sacerdote curato, e nel Trecento si identificò ancora di più la vita religiosa con gli obblighi imposti dalle norme canoniche. Nel Trecento iniziò anche un processo che portò gli organismi diocesani e parrocchiali a diventare più efficienti. Cominciarono a svilupparsi notevolmente laicali, maschili e femminili, che erano di origine antica e che sarebbero passate sempre ppiù spesso sotto il controllo degli ordini mendicanti e del clero diocesano. I papi riuscirono a riservarsi il diritto di nominare i vescovi, sottraendolo ai capitoli cattedrali.Le Curie diocesane si dotarono di personale stabile per i tribunali e la cancelleria, migliorarono il controllo del clero e l'amministrazione fiscale.
Se si prende in considerazione la produzione storiografica riguardante questo periodo, si nota che mentre la vita religiosa è stata abbastanza indagata e le eresie, in particolare quella catara sono molo studiate, discusse e ridiscusse sugli inquisitori e sul loro esercizio del potere nella nostra penisola le ricerche sono poche e in buona parte vecchie e limitate. L'Italia medievale è un paese punteggiato da migliaia di campanili, e da centinaia di eretici, ma sembr asguarnito di inquisitori.
La lotta finale contro i catari
Immediatamente dopo l'assassinio di fra Pietro da Verona, Innocenzo IV volle dare nuovo impulso all'ufficio inquisitoriale, che fino ad allora si era venuto struturando in modo lento e faticoso. La decisione rientrava in un disegno più vasto di supremazia pontificia, per raggiungere la quale qualche anno prima il papa aveva bandito una crociata contro l'imperatore Federico II per la sua opposizine alle pretse papali di sottometterlo alla propria autorità. Morto Federico II, con al decretale Ad extirpanda del 15 maggio 1252, Innocenzo IV stabilì alcuni principi base che sarebbero perdurati nei secoli seguenti, ufficializzando disposizioni presenti nelle costituzioni antiereticali feericiane: obbligo impostoal podestà di far rispettare le leggi civili ed ecclesiastiche conro gli eretici; formazione di un corpo di polizia di dodici uomini sicuramente catttolici, due notai e due servitori, per la cattura degli eretici e la confisca dei loro beni; stesura scritta dagli inquisitori da parte di un notaio; carcere speciale a spese del comune e tortura dell'eretico da parte del podestà <<senza perdita di membra e pericolo di morte>>; vendita dei beni degli eretici e ripartizione delle entrate in tre parti: una al comune, una agli ufficiali dell'Inquisizione, una all'inquisitore e al vescovo per finanziare la lotta all'eresia.
La novità della decretale Ad extirpanda consiste sopratutto nell'aver raccolto in un unico documento una serie di scelte decise in precedenza in modo non sistematico, e nell'ave stabilito un rapporto diretto tra papa e comuni, a prescindere dall'appoggio imperiale e dalle sue leggi. Strumento di questo rapporto diretto furono gli ordini mendicanti. Essi furono molto utili al processo di accentramento romano attuato per il controllo delle diocesi e per rimediare al poco interesse dei vescovi nella lotta contro i catari. Si delineò così un modello italiano dell'ufficio inquisitoriale, che assunse nella pratica alcune caratteristiche peculiari rispetto al funzionamento nelle altre aree europee, particolarmente in Francia e in Germania, con una propria organizzazione territoriale e una procedura adattata alle esiigenze locali, divise a seconda delle regioni italiane.
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